Tab Article
Il fare artistico di Eugenio Bolley è rivelatore di una personalità vigorosa e originale nella quale gli estremi convivono senza alcun conflitto apparente. Da una parte, infatti, c'è l'uomo rigoroso che cadenza le sue giornate tra il lavoro e la lettura della Bibbia come se seguisse un'antica regola cenobitica di cui non c'è dato sapere. Dall'altra parte, invece, c'è il bambino ingenuo e sempre pronto a esplorare con la fantasia il mondo che lo circonda senza timore di provare stupore e meraviglia. Rifiutando sempre di soddisfare certi requisiti e appetiti del sistema dell'arte, tra cui quelli dei galleristi, dei collezionisti, dei curatori, dei musei, dell'editoria e così via, Bolley ha percorso oltre sessant'anni di carriera rimanendo coerente con se stesso e si presenta a noi quale artista sincero e laborioso, capace di lavorare con assoluta ingenuità e intensità anche dopo gli ottant'anni. Oggi, continuando a obbedire ai suoi occhi e al suo temperamento, l'artista ha volontariamente scelto di consacrare la propria opera al prossimo al fine di donare un po' di sollievo e speranza a chi ne ha più bisogno.